sabato 28 ottobre 2017

Svender/e/rsi

Ho parlato più volte della mia storia d'amore adolescenziale con i fumetti in generale ed in particolare quelli Marvel.
Roba che il mio edicolante ci è andato a nozze per anni ed io invece mi sono risparmiato ettolitri di birra e magari di fumo.
E così mentre molti camminavano con le Marlboro o le Merit in tasca, io camminavo fiero con il mio numero dell'Uomo Ragno o degli X-Men in saccoccia.
Ma allora  avevo una diversa percezione del tempo e non pensavo molto al di là.
Era tutto circoscritto al presente e l'idea di collezionare una roba che non avrebbe avuto fine ( se non per un fallimento impensabile della casa delle idee ) non mi pesava.
Mi è pesata dopo dieci anni e mi è pesata in questi ultimi anni e mesi in cui guardavo la mia libreria e mi rendevo conto che moltissimi di quei fumetti erano lì a prendere polvere da quasi quindici anni.
Talvolta mi mettevano persino ansia.
L'idea di invecchiare e di vedermi vecchio e canuto con i miei fumetti da adolescente ancora in bella mostra in libreria, mi metteva disagio.
Mi è così balenata l'idea di venderli e di svendere il mio passato.
Svendere è la parola chiave, perché di quello si tratta.
Però non ho rimpianti di sorta.
Mi sono reso conto con il tempo che per quanto possa essere bello leggere un libro/una graphic novel/un fumetto non garantisce certo la sopravvivenza e di fronte alla possibilità di comprarsi un paio di scarpe per l'inverno o mettere il pranzo/cena in tavola non c'è nessun confronto che tenga e non c'è nessun numero degli X-Men di Chris Claremont o di Spiderman di Jean Marc De Matteis che tenga.
Ho venduto metà della mia libreria di fumetti e potrei vendere in futuro anche ciò che non vorrei vendere, ma ancora ( per fortuna ) non sono arrivato a quel punto.
Da un punto di vista altruistico potrei provare a difendermi dicendo che vorrei dare la possibilità di leggere queste storie a qualcuno che ne ha più voglia di me visto che alcune di esse non l'ho più sfiorate da anni.
Ed è giusto passare il testimone invece di lasciarle lì alla mercé di polvere, acari e quant'altro.
E poi almeno non corro il rischio di morire seppellito da fumetti, libri e manga.

Alla Prossima!

mercoledì 18 ottobre 2017

Tenebre - Robert McCammon

L'ultimo mese l'ho passato in compagnia delle opere di Robert McCammon.
Ho già parlato di lui e non voglio ripetermi ulteriormente, ma sappiate che merita ampiamente di essere letto e considerato di più.

Tenebre è il romanzo più corposo che ha prodotto ed è quello che considero un po' l'Opus Magnum tra quelli che ho letto.
Di sicuro è quello che mi ha colpito di più.
A chiunque vi si avvicini credo che gli venga naturale l'associazione con L'Ombra Dello Scorpione di Stephen King.
La lunghezza del romanzo ed il tema del post apocalittico di stampo fantasy/orrorifico/religioso con elementi soprannaturali fa sembrare i due romanzi molto sovrapponibili, ma in verità prendono due strade completamente diverse.
Anzi, per certi versi nel romanzo di McCammon si percepisce di più l'essenza del viaggio e della sopravvivenza, forse perché è proprio l'ambientazione di un mondo praticamente distrutto dalla guerra nucleare a rendere più vivida ed immersiva la lettura.
Un mondo brullo e senza sole e di acqua contaminata e di aria impura, di pustole e radiazioni, diciamo che più che L'Ombra Dello Scorpione lo rendono accomunabile allo splendido La Strada Di Cormac McCarthy.
Ovviamente parlo semplicemente di complementarità e non sto paragonando lo spessore narrativo dei tre romanzi che offrono tre differenti versioni del post apocalittico.
Lungi da me addentrarmi in contesti che competono solamente al gusto altrui.
Soprattutto perché parliamo di un genere che con il tempo è praticamente diventato un cliché visto che vanta anche numerosi sottogeneri ( basta pensare alle apocalissi zombie o di vampiri).

Pubblicato nel 1987 con il titolo di Swan Song, in Italia è arrivato soltanto nel 1991 grazie alla Mondadori con il titolo ovviamente modificato in Tenebre ( è un vizio che non ci toglieremo mai ).
Da allora naviga nel limbo dei fuori catalogo.
Ultimamente la Gargoyle Books ha ristampato alcune delle sue opere quindi non è implausibile che il romanzo possa finalmente essere ripubblicato ed essere apprezzato anche da altri lettori.
Essendo fuori catalogo ho visto spesso venduto questo romanzo a prezzi poco consoni su Ebay ed affini ( con cifre vicino alle 40 Euro ) e l'unica speranza è beccarlo in qualche bancarella, mercato delle pulci, biblioteca o negozio d'usato. 
Più facile leggerlo per vie traverse usando la benda sull'occhio d'ordinanza.
E' un vero peccato che opere del genere vengano lette solo da pochi appassionati a discapito di una politica da mass market applicata anche al circuito librario in cui tutti vendono sempre gli stessi quattro libri e quattro autori dell'horror e del fantastico.
Non resta che confidare nella Gargoyle.

Sulla trama ho detto poco e me ne dolgo, ma ci sono recensioni molto più belle ed esaustive ed è giusto affidarsi a quelle:


Dal canto mio posso solo aggiungere che è impossibile non affezionarsi a Swan, Sister, Josh e agli altri personaggi sia positivi che negativi che permeano questa storia.
Tenebre è un romanzo lungo e secondo me in alcune dinamiche è prevedibile se si è avvezzi al genere, ma ciò non toglie che vale tutto il tempo speso nella lettura.
Di sicuro vi farà apprezzare di più il cielo, il sole, la vita, l'agricoltura ed il cibo che mangiate in tavola tutti i giorni.
Sperando che mai nessuno " prema " quel tasto che è capace di mandare in malora un mondo intero, io mi congedo e vi dico:

Alla prossima!


P.s: ad un certo punto della storia Swan viene definita come la ragazza del ghiaccio e del fuoco.
Che George R.R.Martin abbia letto e preso spunto da questa storia per la sua proverbiale saga?
Mi pare una coincidenza piuttosto strana.





 

venerdì 6 ottobre 2017

I Cacciatori Di Lumache

Ultimamente sono più presente su Instagram che altrove ( a proposito, se vi va aggiungetemi ).
Una delle ultime foto che ho postato è stata quella di una lumaca che da un paio di giorni tentava di arrampicarsi nel muro fino a trovarsi in direzione proprio della mia finestra.
Purtroppo da allora l'ho persa di vista.
Starà scrivendo la propria storia o starà percorrendo la sua strada con la sua calma ammirevole ed infinita.
Forse è caduta ed è morta.
Forse ha raggiunto la finestra ed è dentro casa mia.
Nascosta.
Chi lo sa.
Forse arriverà fino al mio letto e mi entrerà in bocca ( la mia naturale inclinazione orrorifica viene sempre fuori).
Quello che so è che ha risvegliato molti dei miei ricordi di infanzia.
E' strano dirlo, ma erano anni che non vedevo una lumaca.
Ero così preso da altre faccende che a volte non mi accorgo della vita che mi sta intorno.

Io e miei amici da piccoli eravamo ossessionati dalle lumache.
Passavamo pomeriggi interi a cercarle in ogni anfratto possibile del cortile, dietro ogni pianta selvaggia, sotto le mattonelle traballanti ed in ogni angolo possibile ed inimmaginabile.
Esploravamo giardini abbandonati, aiuole, marciapiedi, ma soprattutto eravamo attirati dalla grande casa con annesso giardino dove viveva la nostra nemesi.
Che era anche il nostro territorio preferito di caccia.
Che era anche il posto in cui più spesso ci cadeva il pallone e quindi si correva il rischio e si andava a recuperarlo scavalcando il grande muro ( lo facevano i più grandi che poi ne approfittavano e rubavano l'uva fragola che cresceva radente il muro).
Noi che eravamo piccoli e quindi bassi non potevamo certo scavalcare il muro e quindi per entrare ci toccava aspettare che la saracinesca venisse aperta.
E quando succedeva... si andava a caccia.
Era un po' come una caccia al tesoro, un po' come trovarsi in compagnia di Sandokan e Yanez nelle loro avventure, con quell'occhio sempre attento a non perdere di vista la serranda ( che si abbassava automaticamente ) e l'ingresso della casa.
Con il cuore in gola, ma al contempo esaltati.
Infilavamo le lumache trovate in delle scatole, come fossero dei piccoli gioielli o come dei preziosi minerali trovati nella terra.
Poi improvvisamente l'avvio del motore della saracinesca e l'arrivo della nostra nemesi con il bastone della scopa in mano pronta a picchiarci e a chiuderci dentro ci riportava alla realtà.
E noi via, correndo, con il nostro prezioso carico in mano e cercando disperatamente di uscire prima che la saracinesca si chiudesse, come novelli Indiana Jones o qualsiasi altro avventuriero di quel periodo.

Quella signora, che poi nemesi non era, ma temeva semplicemente che gli calpestassimo le piante ed i fiori o che volessimo fare vandalismo, morì pochi anni dopo.
Incredibile come una semplice lumaca in un giorno qualunque di ottobre, sia riuscita a farmi ripensare a lei.