venerdì 30 giugno 2017

Il Popolo Dell'autunno - Ray Bradbury

La prima cosa che posso dire nei riguardi di quest'opera di Ray Bradbury è una breve frase smielata che potreste leggere nel profilo facebook di un ragazzino/a svampito/a e sdolcinato/a quindi vi avverto:
Io sapevo che avrei amato questo romanzo ancor prima di leggerlo.
Sapevo che era il romanzo scritto per uno come me.
Ed è stato così allora, ed è così anche adesso.
Scopersi questo romanzo durante la lettura di quel saggio capolavoro che è Danse Macabre di Stephen King.
Lo so, lo cito spesso questo saggio.
Ma è grazie a questo libro che ho conosciuto gran parte degli autori di narrativa horror e non.
King inserì quest'opera tra le migliori opere letterarie del fantastico uscite tra il 1950 ed il 1980 e dopo aver letto quella decina di pagine dedicate ad Il Popolo Dell'autunno ero già cotto perso.

Pubblicato originariamente nel 1962 questo romanzo ha visto la luce in Italia solo nel 1978 ed Il Popolo Dell'autunno non è nemmeno il suo vero nome.
Il titolo in realtà è Something Wicked This Was Comes ovvero Qualcosa Di Sinistro Sta Per Accadere, titolo che poi è stato usato nella riduzione cinematografica della Disney del 1983 che comunque mi pare non abbia fatto chissà quali proseliti.
Insomma il titolo originale qui in Italia è arrivato soltanto per il film al cinema mentre per ciò che concerne il romanzo è sempre stato ristampato con il nome che si sono inventati loro.
C'è da dire che comunque per quanto inventato è pertinente visto che è tratto da uno dei passaggi più belli del romanzo.
Insomma siamo dalle parti di The Stand di Stephen King da noi ribattezzato per imperitura memoria L'ombra Dello Scorpione. :-P
Ma di che parla questo romanzo?
Credo non ci sia nemmeno bisogno di una sinossi in questo caso:
Il Popolo dell'autunno parla dell'arrivo improvviso in una notte autunnale di un luna park stregato dal mefistofelico ed accattivante nome di Cooger & Dark's Pandemonium Shadow Show nella città feticcio di Ray Bradbury protagonista di molte delle sue storie ossia Green Town, Illinois.
Protagonisti di questa storia sono due quasi quattordicenni di nome Will Halloway e Jim Nightshade.
In una lettera che Bradbury scrisse a Stephen King durante l'elaborazione del saggio Danse Macabre di Steve, Bradbury spiegò che i due ragazzi altro non sono che due rappresentazioni diverse di se stesso ovvero il suo lato apollineo rappresentato da Will e quello dionisiaco rappresentato da Jim Nightshade.
Due ragazzini diversissimi per ciò che concerne carattere e aspetto fisico, ma amici per la pelle ( abitano a pochi metri di distanza uno dall'altro).
Entrambi vengono irresistibilmente attratti dal luna park, ma Jim di più perché la sua è un'anima più tormentata e nichilista.
Altro protagonista indiscusso del romanzo è il padre di Will, Charles Halloway.
Charles sempre stando a Ray nelle sue lettere inviate a King è un personaggio autobiografico ispirato alla figura di suo padre.
Diciamolo subito: Charles Halloway è il personaggio più bello del libro, ma allo stesso tempo talmente improbabile ed in alcuni casi così eccessivamente buono e perfetto, che la tentazione di lanciare il romanzo contro il muro è molta.
E ne Il Popolo Dell'autunno è pieno di momenti così.
E' un romanzo che è molto invecchiato ed è pregno di quel buonismo americano che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare in molte commedie e telefilm, ma in qualche caso anche a detestare.
Tutta la parte relativa al luna park, i suoi personaggi e le sue attrazioni è molto ben raccontata e congegnata anche se per quel che mi riguarda forse manca un pizzico di dinamismo.
Ma perché questo romanzo ha fatto così breccia in me?
Perché io credo di essere un po' come Jim e Will.
E se da piccoli amavate i luna park, lo siete anche voi.
Perché mi sono messo nei loro panni fin dall'inizio ed anche in quelli di tutti quegli adulti malati di nostalgia che fanno parte di questo romanzo e che vengono facilmente soggiogati dal Signor Dark ed i suoi freak.
Questo libro parla a tutti coloro che aspettavano un anno intero l'arrivo della festa mariana con relative giostre e bancarelle.
Quegli odori così riconoscibili che appena li senti ti senti riproiettato in quegli istanti, quei momenti.
Parla a tutti gli adulti e alla loro giovinezza perduta a cui un posto del genere non appartiene più, se non per accompagnare la generazione successiva.
Torniamo insomma al fanciullo di pascoliana memoria in cui Bradbury si rifugia spesso.
Il Popolo Dell'autunno non è un romanzo perfetto e molte delle scene sono per lo più indirette e latenti.
Alcune parti sono poco credibili ed assurde anche per un romanzo fantastico, ma se letto nella giusta ottica e se come me amate/amavate giostre e luna park, è il romanzo che fa per voi.
Il libro è purtroppo fuori catalogo, ma su Ebay e circuiti dell'usato circola molto spesso e si trova anche a buon prezzo.
La più facile da trovare è l'edizione della Fabbri che è anche quella in mio possesso.
Se vi capita dategli una possibilità.

Alla Prossima!





martedì 13 giugno 2017

L'estate Incantata - Ray Bradbury

A molti il nome Ray Bradbury non dice nulla.
Poi gli ricordi che è l'autore di Fahrenheit 451 e di Cronache Marziane, e magari ti rispondono: " ah, sì, lo conosco ."
Altresì ci sono alcuni romanzi di questo autore che oggi sono praticamente sconosciuti e nemmeno ristampati forse perché vi è in essi un'eccessiva carica nostalgica, emotiva e autobiografica da farli apparire eccessivamente smielati e fuori dalle righe.
Non sono romanzi del nostro tempo.
Ed anzi io stesso dico che sono molto invecchiati come concetto ed espressione.
Sono come il racconto di un anziano che ci annoia ascoltare.
L'estate Incantata è uno di questi libri.
E' un libro per chi ancora ricorda ed in qualche modo rievoca il "suo " fanciullino dentro di pascoliana memoria.
E' il racconto di un'estate.
Quella del 1928.
Del suo inizio e della sua fine.
E' un racconto di formazione filtrato attraverso i pensieri e lo sguardo di due fratellini di 12 e 10 anni di nome Douglas e Tom Spaulding che vivono nella cittadina di Green Town, Illinois.
E' un libro di storie dentro altre storie.
Una sequela di microracconti che coinvolgono la cittadina e tutti i suoi abitanti.
Una storia raccontata con garbo e che tocca tantissimi temi, ma che soprattutto ha una fortissima carica empatica per chi grossomodo ha avuto un'infanzia simile a quella di questi due ragazzini.
Perché sarà sì ambientata nel 1928, ma il bagaglio di pensieri e sensazioni dell'infanzia bene o male non è dissimile dalla mia o dalla vostra.
Chi di noi non gioiva per l'arrivo dell'estate e la fine della scuola, caratterizzata da giornate luminosissime e lunghissime e dove la notte sembrava che non calasse mai?
Chi non ricorda di quando gli anziani uscivano le sedie fuori di casa e mentre noi giocavamo spettegolavano, bevevano e chiacchieravano beatamente?
Io sicuramente sì, voi?
Ma questo libro non è solo questo, c'è anche un pizzico di thriller con la figura misteriosa de "il solitario " che miete le sue vittime nel crepaccio, ossia un sentiero buio ed ombroso che delimita la cittadina.
C'è un pizzico di fantascienza grazie alla creazione da parte di un cittadino della cosiddetta macchina della felicità.
C'è il folclore e la scoperta della morte.
La fine dei racconti e delle storie, se chi non c'è più non può raccontarcele.
C'è un po' di tutto.
Ed io tutto questo tendo ad amarlo.
Forse è un libro adatto a chi ha una certa età.
Forse è un libro per chi come me vive nel riflesso di come era, piuttosto che di come è adesso.
Non so cos'è, ma so che è sicuramente uno dei miei libri preferiti di sempre.




giovedì 8 giugno 2017

Leggete le opere di Dan Simmons!!!11!1

E' ufficiale: io amo Dan Simmons.
Potrei farne un peana, ma non mi sento in grado.
Quello che voglio fare nel mio piccolo è urlare ai quattro venti di leggere le sue opere, perché meritevoli e non poco.
Ed invece qui in Italia è praticamente conosciuto solo dagli affezionati e negli scaffali inondati da romanzi di Martin, Stephen King e Dean Koontz, non v'è traccia alcuna dei suoi bellissimi libri, che sì vengono ristampati ma a tiratura limitatissima.
Basti pensare a L'estate Della Paura che su Ebay viene venduto a cifre astronomiche solo perché risulta fuori catalogo.
E pensare che un po' di tempo fa ristamparono facendolo uscire in allegato con un quotidiano il suo seguito L'inverno Della Paura, che era sì era leggibile a sé stante, ma comunque da leggere successivamente al primo!
Vengo proprio adesso dalla lettura de I Figli Della Paura ( titolo orribile rispetto all'originale Children Of The Night), e come sempre non mi ha deluso.
Il suo approccio è colto e storicamente accurato e si vede lontano chilometri che dietro c'è un lavoro
certosino dei luoghi e dei periodi storici in cui questi romanzi vengono ambientati.
Il suo lavoro sul vampirismo in questo romanzo è forse meno affascinante e dinamico di altri libri più blasonati e chiacchierati di questo genere, ma forse un tantino più realistico ( per quanto è possibile in un archetipo del genere).
Certo, ci sono alcuni manierismi e coincidenze assurde tipiche di questa categoria di romanzi, ma sono del tutto trascurabili.
I Figli Della Paura è un ottimo romanzo.
Quindi se vi capita date un'occhiata al catalogo delle sue opere e scoprirete che è un autore poliedrico capace di spaziare tranquillamente dal romanzo di formazione horror alla fantascienza in modo altrettanto esemplare.
Adesso bestemmio: per me L'estate Della Paura rivaleggia come bellezza del testo e personaggi a IT o Stand By Me di Stephen King, e se IT è superiore è solo perché la figura di Pennywise è più suggestiva ed affascinante rispetto alla nemesi molto più " statica " del romanzo di Simmons.
E che dire di un'opera che mischia distopia, fantascienza, religione e letteratura come la saga di Hyperion?
Nulla, va solo letta ed apprezzata come merita.
E poi c'è la leggendaria figura dello Shrike che da solo vale la lettura dell'intero ciclo.
Confidando di riuscire a leggere ben presto anche Gli Uomini Vuoti ed i restanti volumi del ciclo di Hyperion che ancora mi mancano non resta che dileguarmi.

Alla prossima!