domenica 24 gennaio 2016

L'estate Dei Morti Viventi - John Ajvide Lindqvist

In questi giorni di venti gelidi e labbra blu, nonché di lunghi silenzi virtuali, sono tornato ad accumulare e a leggere libri.
Sai che novità, direte voi.
Scherzi a parte, mi sono prodigato nel recupero de L'orrore Del Mare di Hodgson in edizione tascabile Newton, Ombre Del Male di Fritz Leiber targato Urania, e successivamente ho colmato la lacuna per quel che concerne alcune opere di John Ajvide Lindqvist, un autore svedese di cui in passato mi sono innamorato leggendo il suo bellissimo Lasciami Entrare.
Erano molti anni che corteggiavo le sue opere, ed a dirla tutta, già in passato avevo ceduto alle sue lusinghe procurandomi Il Porto Degli Spiriti, ma in quel caso la lettura non fu indolore, considerato quanto poco mi piacque.
Il tempo ha lenito le ferite e, superata la precedente delusione, era ora di dargli un'altra possibilità.
Ho preso così L'estate Dei Morti Viventi, la raccolta di racconti Muri di Carta e Una Piccola Stella, ma per gli ultimi due ci sarà tempo e modo di parlarne, poiché oggi è il turno de L'Estate Dei Morti Viventi.
Via con la sinossi:

Stoccolma è sull'orlo del caos. Dopo un'ondata di caldo torrido, in città si è creato un campo elettrico di grande intensità. Le lampade non si spengono, gli apparecchi elettrici non si fermano, i motori continuano a girare. Poi si scatena un'emicrania collettiva. Si diffonde la notizia che negli obitori i morti si stanno risvegliando. C'è un giornalista, il cui nipote è appena stato seppellito, che si chiede se anche i morti sotto terra stiano riaprendo gli occhi. E un'anziana signora, in attesa del funerale del marito, che sente bussare alla porta in piena notte. E ancora, un uomo disperato che prega Dio di riportare in vita la moglie. Ma poi quando i morti tornano, cosa vogliono? Quello che vogliono tutti: tornare a casa. E riaverli con sé, non è esattamente come ci si aspettava.


Parto con una piccola premessa: le storie di zombie mi hanno stufato.
Tra The Walking Dead, Z Nation, World War Z, Diario Di Un Sopravvissuto Agli Zombie e chi più ne ha più ne metta, il genere è certamente tra i più sopraesposti, però c'è da dire che il romanzo di Lindqvist prende non poco le distanze dall'iconografia ormai stantia di questo genere, concentrandosi più sul mistero della morte, l'elaborazione del lutto, e le conseguenze psicologiche e fisiche di un eventuale ritorno alla ( non ) vita.
Era dai tempi di Pet Sematary di King, che non leggevo una storia simile.
Ed a proposito dello scrittore del Maine, appare molto evidente la sua impronta in questo romanzo dello scrittore svedese.
Entrambi scelgono come ambientazione i posti che conoscono ed in cui vivono, ed entrambi inseriscono l'elemento soprannaturale in un sobborgo cittadino credibile e ben delineato.
Ma in fin dei conti com'è questo romanzo?
L'ho trovato strano, forse un po' vago, ma interessante.
Non aspettatevi i tipici zombie erranti e mangia interiora di The Walking Dead ed affini, questi camminamorti sono molto diversi e ben più inquietanti, per quel che mi riguarda.
Ci troviamo davanti più un romanzo del mistero, che un vero e proprio romanzo dell'orrore.
L'estate Dei Morti Viventi è un romanzo complicato che ti pone davanti a molteplici domande, ma le risposte di Lindqvist non riescono ad essere del tutto convincenti.
Ho mal digerito la deriva spiritualista del romanzo, ed anche se l'intreccio ed i personaggi sono tutti ben congegnati ed intriganti, alla fine non mi sono sentito pienamente appagato.
Lindqvist ha alzato il tiro creando una storia che esula dai canoni dell'iconografia classica degli zombie, e come tale va apprezzato ed approvato, ma per quel che mi riguarda siamo lontanissimi dai fasti dello straordinario Pat Sematary di Stephen King, che quest'opera ricorda moltissimo.
In generale c'è qualcosa di Lindqvist che non mi convince fino in fondo, e credo che sia tutto nel suo modo freddo e distaccato di approcciarsi alla storia.
Ma è un problema tutto mio, mica dello scrittore.
In conclusione, L'estate Dei Morti Viventi è sicuramente un romanzo che si fa leggere tranquillamente, ma che non mi ha convinto del tutto.
Alcune parti avrebbero avuto bisogno di un maggior approfondimento, soprattutto quelle che riguardano le autorità ed il loro tentativo di porre soluzione al problema di così tanti morti che ritornano improvvisamente in vita, anche se c'è da dire che già il fatto che Lindqvist si ponga questo problema tanto da infilarlo nelle pagine della storia, è già un punto a suo favore.
Insomma, potreste essere interessati ad una trama che vi pone il quesito di come reagireste se i vostri cari tornassero dalla morte mentre ancora state elaborando il lutto? ( sì, perché non tutti i morti di Stoccolma ritornano in vita, ma soltanto coloro che sono morti da non più di due mesi ).
Se la risposta è affermativa, questo romanzo va letto, poiché offre dei spunti interessanti ed intriganti a questo interrogativo.
Pensate per un attimo all'idea di scoprire che i morti risorgano con l'interrogativo se andare o meno a riesumare la salma di un vostro caro che potrebbe essere ritornato in vita ( anche se probabilmente già parzialmente decomposto :-P ), ci sarebbe da impazzire.
Quindi, a voi la scelta e la pala. :-P
Alla prossima!




venerdì 8 gennaio 2016

Nostra Signora Delle Tenebre - Fritz Leiber

Non voglio fare la parte dell'hipster o del radical chic dei poveri con la barbetta, ma ultimamente gli argomenti con più hype che ammorbano la rete in nome della SEO mi procurano davvero disagio.
Ne ho piene le palle di Star Wars, Checco Zalone, propositi di nuovo anno e classifiche varie sull'anno appena trascorso.
Questo non vuole essere una critica a chi le fa, poiché nel proprio spazio ognuno è libero di parlare di ciò che più gli aggrada, ma non vogliatemene se io ormai queste cose le salto a piè pari.
Quindi di che ciancerò oggi?
Di libri, ovviamente.
Di libri vecchi, talvolta polverosi ed ammuffiti, di cui mi sono circondato negli ultimi mesi.
Pochi, in verità.
È uno di quei periodi in cui la pila di libri da leggere rasenta lo zero e dove sto prevalentemente campando di riletture.
Principalmente per motivi di pecunia e successivamente perché nei circuiti d'usato tipo bancarelle e mercatini non ho trovato nessun libro che mi costringesse ad uscire la grana, mentre in quelli online preferisco non comprare durante le feste, visto che in passato ho avuto brutto esperienze.
Per il futuro prevedo di recuperare L'orrore Del Mare di Hodgson, tutto il ciclo di Dune di Frank Herbert e qualche altro libro dell'autore di cui sto per parlare, ovvero il buon Fritz Leiber, colui che mi ha fatto compagnia durante queste ( per me ) noiose feste natalizie.
Bando alle ciance ed occupiamoci di Nostra Signora Delle Tenebre, che mi sa che ho già fatto cascare le palle a chiunque si sia trovato a passare da queste parti.
Andiamo di sinossi:

Nostra Signora delle tenebre è una agghiacciante fantasy urbana, ambientata nella metropoli di San Francisco. Ma anche la modernissima San Francisco, con le sue colline, la sua baia assolata e i suoi grattacieli altissimi e rilucenti, può diventare il regno del terrore quando strane ombre cominciano ad aggirarsi furtive tra i caseggiati. Per Franz Westen, vedovo, scrittore di racconti del soprannaturale per la televisione, l'incubo comincia all'improvviso, quando, una notte, si affaccia alla finestra del suo appartamento per scrutare con il binocolo le luci della città ed è testimone di una scena inquietante: là, sulla cima di Corona Heights, la solitaria ed erta collinetta che si leva proprio nel cuore di San Francisco, c'è una strana figura dal colorito brunastro che si agita e si muove in maniera sinistra, come se fosse impegnata in qualche misterioso rituale o danza magica. Ha così inizio una terribile persecuzione, cui Franz tenterà invano di sottrarsi e che forse è collegata in qualche modo con un vecchio volume affascinante e sibillino, pieno di misteriose citazioni e di strani discorsi sulle moderne megalopoli e sulle arcane entità che le infestano, i “paramentali", esseri d'origine azoica “più infidi dei ragni e delle donnole".


Fritz Leiber mi ha spiazzato alla grande.
Ero convintissimo di trovarmi davanti un romanzo horror fatto e finito con elementi fantascientifici tipici della sua narrativa, ed invece mi sono trovato davanti un romanzo piuttosto colto ed originale.
Un romanzo pacato il cui elemento principale è il mistero e la megalopolimanzia.
La colpa è principalmente di Stephen King.
Nella mia bibbia personale che è il suo saggio Danse Macabre, nei pochi paragrafi in cui cita la terribile cosa marroncina del romanzo di Leiber, mi ha incuriosito ed ingannato, facendomi pensare ad un romanzo di pura azione e terrore.
Invece la cosa marroncina si rivela essere una minaccia piuttosto diafana ed evanescente salvo che nei capitoli finali.
La parte interessante del romanzo è principalmente formata dal mistero non solo di quest'enigmatica figura, ma anche del libro di De Castries sulla megalopolimanzia, vero elemento portante e deflagrante del romanzo.
Romanzo ambientato a San Francisco che è stata per molto tempo culla di molti scrittori del fantastico, che vengono citati in corso d'opera.
Buone ma ermetiche le relazioni tra i personaggi e carente la componente d'azione, almeno per quel che mi riguarda.
L'opera in sé risulta essere anche difficilmente inquadrabile in un genere preciso, in quanto l'elemento fantascientifico e quello soprannaturale si fondono con una narrazione che fa del mistero l'elemento più preponderante.
Risulta insomma una sorta di precursore di generi come l'urban fantasy ed il new weird, che sono in voga anche adesso.
Molto interessante l'idea della megalopolimanzia.
L'elemento soprannaturale di una città e delle sue montagne come entità è molto accattivante.
Ricordo un racconto del Sandman di Neil Gaiman nel ciclo de La Locanda Alla Fine Dei Mondi che aveva una tematica simile, la qual cosa mi spinge a pensare che l'autore inglese abbia omaggiato il buon Fritz e la sua Signora Delle Tenebre, visto che parliamo di un romanzo pubblicato nel 1978.
Insomma Fritz Leiber e la sua cosa marroncina era una lacuna da colmare e sono felice di averlo fatto.
E non credo finirà qui, visto che ho intenzione di procurarmi anche il suo Le Ombre Del Male pubblicato sempre nell'edizione Urania.
È un libro da consigliare?
Vi piacciono i romanzi del mistero con protagonisti libri antichi ricchi di formule e rituali come il Necronomicon?
Se sì, è pane per i vostri denti.
Vi piacciono le storie in cui riecheggiano miti del passato come De Quincey, Lovecraft e Clark Asthon Smith? Siete nel posto giusto.
Ma se cercate una classica storia soprannaturale, no, non ci siamo proprio.
Direi di volgere lo sguardo altrove, in quanto personalmente, l'enigmatica figura della signora delle tenebre, mi ha lasciato tutto sommato indifferente.
Fritz Leiber comunque si conferma un ottimo scrittore, dalla prosa fluida, pulita e piuttosto interessante.
Apprezzabile anche il contenuto che risulta piuttosto innovativo per l'epoca, tanto da essere premiato nel 1978 con il World Fantasy Award per il miglior romanzo.
Non è il libro dinamico che mi aspettavo, ma per quel che mi riguarda lo promuovo senza riserve.
Alla prossima!