lunedì 14 aprile 2014

Il Palazzo Della Mezzanotte - Carlos Ruiz Zafon

Fu tre anni fa, credo.
Ero ospite a pranzo da mia sorella, in attesa di sentire il fatidico " a tavola ", quando sul sofà vedo adagiato un romanzo.( non la Ferilli purtroppo :-P)
Era Marina di Carlos Ruiz Zafon.
Lessi l' introduzione e ne fui affascinato.
C' erano tutti quegli elementi che di solito fanno presa su di me: le storie di crescita e formazione giovanile, il soprannaturale, il mistero, quel pizzico di Horror che è fondamentale nella scelta delle mie letture e soprattutto c' era lei, Marina.
Mi bastarono poche pagine per innamorarmi di lei.
Quel romanzo lo lessi a tempo di Record, sia perché fui sedotto dalla storia, ma anche perché quando mi prestano qualcosa cerco di tornare l' oggetto al legittimo proprietario il prima possibile, indipendentemente se si trattasse di mia sorella o del fratello del cugino del vicino di casa.
Comunque, senza girarci troppo intorno, Marina mi piacque un botto.
Ne parlai anche qui, ai tempi in cui Bloggavo su Splinderiani lidi.
Mi ero ripromesso di recuperare altre opere del sopracitato autore, ma spesso le mie promesse sono lunghe a mantenersi.
Infatti, sono passati tre lunghi anni da allora.
Ma come si dice, meglio tardi che mai, e quindi eccomi a disquisire di un romanzo di Zafon, Il Palazzo Della Mezzanotte.
La scelta non è stata azzeccatissima, Il Palazzo Della Mezzanotte ha tutti i pregi e i difetti di un romanzo giovanile, ma alla fine ai miei occhi risulta un romanzo che tradisce dove non dovrebbe, ossia nel contesto " reale ", piuttosto che in quello " soprannaturale " che personalmente nonostante risulti molto easy, ho comunque apprezzato.
Ma parliamone meglio:


"Calcutta, 1916. Una locomotiva infuocata squarcia la notte portandosi dietro un carico di morti innocenti. Sotto una pioggia scrosciante, quella stessa notte, un giovane tenente inglese sacrifica la vita per portare in salvo due gemelli neonati inseguiti da un tragico destino. Calcutta, 1932. Ben, il gemello maschio, compie sedici anni, lascia l'orfanotrofio St. Patricks e festeggia l'inizio della sua vita adulta. È anche l'ultimo giorno della Chowbar Society, un club segreto che conta sette orfani come Ben, riunitosi per anni allo scoccare della mezzanotte sotto un tetto di stelle, nella sala principale di un antico edificio in rovina, il Palazzo della Mezzanotte. I sette ragazzi sono sicuri che quella sarà la loro ultima notte insieme, ma il passato bussa alla porta di Ben: la bellissima gemella che non sapeva di avere entra nel Palazzo con una pazzesca storia da raccontare. Le braci dell'incendio di sedici anni prima ricominciano ad ardere. Per tre interminabili giorni i membri della Chowbar Society cercano di decifrare ciò che si nasconde dietro al passato di Ben e di sua sorella, mentre combattono contro un secondo terribile incendio appiccato da un'ombra misteriosa. E, quando ormai l'inferno sembra aver preso il sopravvento e il compiersi del destino inevitabile, il fuoco all'improvviso si spegne... e una candida neve scende sulle strade di Calcutta."

Pubblicato originariamente come romanzo per ragazzi nel 1994, Il Palazzo Della Mezzanotte fa parte delle opere giovanili di Zafon, pubblicate in nuova veste dopo l' enorme successo di romanzi come L' Ombra Del Vento e Il Gioco Dell' Angelo, romanzi che comunque non ho ancora letto e che cercherò di recuperare in futuro.
Il Palazzo Della Mezzanotte è il secondo di una serie di opere giovanili di Zafon, la cosiddetta Trilogia della Nebbia.
Formata dal sopracitato Il Palazzo Della Mezzanotte, Il Principe Della Nebbia, Le Luci Di Settembre e Marina.
Questa mossa di battere il ferro finché è caldo, da parte delle case editrici, è piuttosto naturale quanto scontata ma certamente non ha giovato ai lettori dei precedenti libri di Zafon, che stando alle recensioni che ho letto in rete si sono trovati molto spiazzati davanti a questa serie di romanzi tratti dalle opere giovanili dello scrittore Spagnolo.
Non a caso, lo stesso Zafon, nella prefazione del romanzo di cui mi accingo a parlare, afferma espressamente che si tratta di un romanzo per ragazzi e che deve essere preso per quello che è, ovvero un romanzo per giovani scritto da un giovane inesperto.
Ed allora perché ho scelto di affrontarlo?
Semplicemente perché nella storia narrata c' erano tutti gli elementi che mi avevano fatto apprezzare Marina.
L' idea di base poi mi garbava parecchio oltre che ricordarmi uno dei miei romanzi per ragazzi preferiti, Il Ragazzo Del Cimitero di Neil Gaiman.
Molto carina anche la descrizione iniziale di Ben e il suo gruppo di amici, l' idea della Chowbar Society che si riunisce di nascosto per raccontarsi storie misteriose su Calcutta e dintorni, è certamente accattivante.
Così come è bella l' intimità, la fratellanza tra i membri di questa comunità.
Per me i problemi di questo romanzo nascono dall'arrivo nell' orfanotrofio e nel gruppo di Sheere,  la ragazza che farà da catalizzatore agli eventi che deflagheranno nel corso dell' opera.
Sheere sarà accompagnata dalla sua tutrice Aryami, personaggio che durante la narrazione ho trovato sfilacciato, persino contraddittorio.
La storia appare fin dalle prime battute troppo contorta e poco credibile, soprattutto per quel che concerne i giovani protagonisti.
Pur con tutta la sospensione dell' incredulità possibile, mi risulta difficile trovare credibili le motivazioni che spingano sette ragazzi a rischiare la vita per una sconosciuta.
Gli stessi protagonisti poi, ci vengono presentati ognuno con le proprie peculiarità, ma non vengono mai approfonditi fino in fondo, risultando alla fine piuttosto ermetici.
Pollice verso anche per Calcutta, la cui descrizione è fin troppo didascalica.
Siamo lontanissimi dalla splendida Calcutta che ci dona Dan Simmons nel suo Il Canto Di Kalì, quello di una Calcutta tetra, misteriosa e fetida.
Oppure tornando a Zafon, nella bellissima descrizione che lo stesso ci offre di Barcellona nel romanzo Marina.
Niente da dire per quel che concerne la parte soprannaturale, abbastanza intrigante e coinvolgente.
Certo, scoprire la natura e le motivazioni del male è fin troppo semplice, direi addirittura elementare, ma tutto sommato si fa leggere con piacere.
Jawahal è comunque un cattivo con tutti i crismi, ben congegnato ed oscuro quanto basta per incutere timore ed interesse.
Che dire poi del treno infuocato?
Certamente è una bella trovata.
La parte finale ambientata nella stazione, pur nella sua semplicità è piuttosto coinvolgente.
In verità, al di là di tutto è certamente un romanzo, che se visto nell'ottica della narrativa per ragazzi, offre certamente spunti interessanti.
E poi diciamolo, Zafon ha una scrittura poetica, delicata e dannatamente suggestiva, che si fa perdonare alcune licenze di trama.
Non so come e quando, ma io e Zafon sono certo ci rincontreremo ancora, magari tra tre anni di nuovo o forse prima, chissà.



4 commenti:

  1. Marina sembra essere decisamente interessante: a quel qualcosa che attira anche uno come me!

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    1. Personalmente l' ho trovato piacevolissimo, sebbene i più lo considerino uno dei romanzi minori di Zafon. :-)

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  2. Io mi sono innamorato di Zafon con "L'ombra del vento" e anche io mi ero promesso di leggere prima Il palazzo della mezzanotte e poi Marina, ma poi non ho letto più nulla :/

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    1. Io ci ho impiegato " solo " tre anni per rileggere qualcosa di suo.
      Meglio tardi che mai.
      Quindi chissà, magari prima o poi ti ricapiterà di imbatterti nelle sue opere. :-)

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